Addio alla baia dei pirati (II parte)
Cerchiamo di capire che cosa è successo e come dovrebbe cambiare il concetto di diritto d'autore.Se proprio vogliamo definirli "pirati" allora dobbiamo ammettere che questa battaglia è stata vinta dai soldati di Sua Maestà. Esattamente! Sua Maestà IFPI (associazione internazionale dell'industria discografica) ha vinto questa battaglia contro i pirati svedesi che davano vita al sito The Pirate Bay. Come abbiamo detto nello scorso articolo, in rete si possono trovare i famosi torrent-file che fanno da pilot per scaricare quello che ci serve. The Pirate Bay era uno dei siti più riforniti di questi torrent-file. Quasi tutto il software disponibile era rintracciabile in rete attraverso i torrent grazie a siti come The Pirate Bay. Ora esaminiamo per un secondo la situazione. La baia dei pirati NON DETENEVA materiale soggetto a copyright, non era possibile "scaricare un film o una canzone" dalla baia dei pirati. Quello era solo un deposito dove trovare i torrent-file per poi utilizzarli in un torrent-client e quindi lasciare che il pilot ci conducesse a tutti quegli utenti in rete che stavano scaricando lo stesso file o che lo avevano già scaricato. Dunque perché chiudere "The Pirate Bay"? Non possedeva materiale soggetto a copyright ma solo le "mappe" per trovarlo. Perché chiuderlo? Perché chiudere un venditore di mappe che ci indica dove trovare qualcosa? Perché quel qualcosa è illegale? Ebbene che ne rispondano coloro che lo cercano e che lo prelevano. Perché punire chi fornisce l'informazione su dove trovarlo?
Io potrei chiedere informazione di dove si trova un famoso burrone, poi se io lo raggiungo e mi ci butto dentro, è forse punibile chi mi ha indicato dove fosse?
Ragioniamo ancora su questo benedetto diritto d'autore. Per quanto tempo si dovrebbero pagare i diritti d'autore? Per sempre? Beh non è equo!
Facciamo un altro esempio: Un famoso architetto viene incaricato di disegnare un'importante struttura, l'architetto fa bene il suo lavoro, la struttura viene edificata e l'architetto viene pagato... Passano gli anni, la struttura è apprezzata e gli appartamenti in essa vengono venduti, sarebbe giusto pagare una quota all'architetto ogni qual volta un appartamento viene venduto sulla base del diritto d'autore?
Assolutamente no! L'architetto ha avuto il suo compenso nel momento della realizzazione e ne riceverà ulteriore profitto ogni qual volta se ne apprezzasse l'opera e si incaricasse per questo di costruire altre opere sulla base di quello che è stato visto. La proprietà intellettuale del bene non viene assolutamente a mancare. Il merito va e andrà sempre a quell'architetto che ne godrà di pubblicità ogni volta che qualcuno chiederà "Chi l'ha fatto?"
Perché non possiamo utilizzare lo stesso concetto per i brani musicali o per le produzioni cinematografiche?
Il raccolto di un'opera artistica dovrebbe finalizzarsi al periodo di uscita dell'opera stessa. Terminato il suo ciclo normale l'opera dovrebbe poi restare a disposizione del pubblico come bene culturale (ammesso che fra tanta immondizia qualcosa possa ancora considerarsi cultura).
Nel momento in cui un film termina il suo ciclo di programmazione nelle sale cinematografiche e passa alle videoteche, dovrebbe essere possibile scaricarlo senza problemi di violazione del copyright. Ricordiamo anche che il file-sharing favorisce la divulgazione di opere che spesso resterebbero nell'ombra proprio dopo aver terminato il ciclo produttivo. A quanti di voi è capitato di sentire un pezzo musicale o di vedere un film particolarmente bello e poi aver avuto voglia di comprare l'originale per collezione?
A me succede spessissimo! E compero MOLTO volentieri DVD o CD di autori che mi piacciono o che mi sono piaciuti grazie al file-sharing. È vero anche il contrario. A volte acquistiamo CD o DVD pensando che si tratti di qualcosa di bello invece ci rendiamo conto che si rivela una bufala tremenda! Perché quindi ho dovuto spendere soldi per una cosa che fa schifo?
Perché l'autore prende i miei soldi per un lavoro fatto male e che non apprezzo solo perché non ho avuto la possibilità di ascoltarlo prima?
Qualcosa deve sicuramente cambiare nella concezione del file-sharing. Nel frattempo però, Frederik Neij, Gottfrid Swartholm Warg e Peter Sunde (i principali responsabili di "The Pirate Bay") hanno fatto le spese di un vizio di forma subendo una condanna a un anno di carcere e un'ammenda di quasi 3 milioni di euro e a far loro compagnia c'è anche il finanziatore principale della "baia dei pirati" Carl Lundstrom.
Forse pensano di mettere un freno al file-sharing ma non si rendono conto che più si avventano contro questo fenomeno più la gente ci si accanisce. Chi non ricorda napster, audiogalaxy, winmx, kazaa... Tutti soggetti a restrizioni da parte di autorità. Hanno forse fermato il file-sharing? Al contrario, oggi gli utilizzatori di file-sharing come emule, bearshare e altri sono molti di più di quanti ce ne fossero al tempo dei loro predecessori appena citati. E in aggiunta, vogliamo ricordare che esistono le cosiddette reti mash. Percepisco perplessità, non sapete cosa sono le reti mash? Beh sono reti personali. Sono reti formate dai privati. Sono reti che NON POTRANNO MAI chiudere, perché sono reti formate dai privati cittadini che si uniscono e scambiano file fra di loro. Sì perché QUESTO era il principio fondamentale per cui nasceva Internet. Primo perché volevano una rete che non cadesse anche nel caso in cui un nodo venisse distrutto dando comunque agli altri la possibilità di restare connessi fra loro, per fare cosa?
Secondo: per scambiare file, informazioni, cultura e tutto ciò che possiamo definire comunicazione, tutto ciò che rende l'uomo differente dall'animale. Internet rappresenta veramente la libertà, anche se le autorità muoiono per vederla imbrigliata e per averne il controllo... A voi autorità, ministri, poliziotti, giudici: Vi piacerebbe metterci il bavaglio, eh?
Gabriele De Luca
A.K.A.: DoctorWho